I giovani sono al centro della 50ª Settimana sociale di Trieste. Questa centralità va ben oltre la scelta del Comitato scientifico e organizzatore di chiedere alle Diocesi di inviare tra i delegati almeno un terzo di giovani (e un terzo di donne), ma si riflette nei territori. Nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, infatti, la pastorale giovanile è protagonista del cammino di avvicinamento a Trieste, con la scelta precisa di coinvolgere non solo i giovani, ma anche le realtà economiche locali.
Francesco Costa, rappresentante della pastorale giovanile, spiega: “Abbiamo sentito l’esigenza di dare voce alle esperienze dei giovani del territorio che abbiamo cercato di mappare e di rintracciare”. Questo impegno è stato motivato dal desiderio di mettere in luce queste realtà e di integrarle nel processo delle Settimane sociali, perché arrivi direttamente la voce e l’esperienza di partecipazione attiva dei giovani sul territorio.
Gli fa eco Barbara Aversa: “La democrazia passa dall’agire comune, dal principio di sussidiarietà sancito costituzionalmente”, principio guida che vede la comunità – giovani in primis – nella promozione di una democrazia partecipativa e inclusiva. Francesco Costa racconta poi le azioni concrete intraprese per rintracciare le esperienze imprenditoriali “partite dal basso” che sono classificabili come “Buone Pratiche”: “Abbiamo iniziato a dialogare con loro, ad ascoltarle”. Un ascolto attivo guidato da tre verbi chiave: incontrare, ascoltare e interagire, che riflettono lo stile e l’approccio della pastorale giovanile.
Impossibile slegare, nell’analizzare le buone pratiche, gli elementi di natura economica e imprenditoriale da quelli relazionali e sociali: “Spesso sono un connubio che può benissimo coesistere e anzi spesso l’uno è il valore aggiunto dell’altro”, osserva Aversa, che evidenzia come in alcune buone pratiche il confine tra volontariato e realtà imprenditoriali non sia così marcato, specie quando riescono, nella lettura dei bisogni dei territori, a sviluppare insieme un dialogo proficuo e una condivisione di intenti nella costruzione di una comunità più inclusiva e solidale.
Su Trieste i giovani di Catanzaro concentrano tante aspettative: “Per noi – confida Costa – sarà un po’ la ‘prova del nove’: metteremo infatti in campo tutte le esperienze che già stiamo vivendo in ambito diocesano, per tornare poi a casa con un bagaglio carico di tutte le altre esperienze dei giovani in Italia”. “Lo stile che intendiamo perseguire – conclude Aversa – sarà quello dei discepoli di Emmaus, che camminano insieme. I giovani desiderano essere coinvolti non solo nella Settimana Sociale, ma nelle scelte della comunità civile ed ecclesiale”.
Andrea Canton