Pubblichiamo il commento di Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, sull’Esortazione apostolica “Laudate Deum”.
L’Esortazione apostolica di Papa Francesco torna sullo stesso tema della cura della casa comune solo dopo otto anni dall’enciclica Laudato sì con un tono preoccupato per il “punto di rottura” a cui il mondo sta giungendo (cf. LD 2). È un documento breve, ma molto puntuale nell’analisi, non solo dei dati del cambiamento climatico, ma delle obiezioni di natura ideologica che frenano i governi e l’opinione pubblica nel provvedere ad un cambio di rotta. Parole molto chiare verso i negazionisti del cambiamento climatico, perché indubbiamente il dato antropico condiziona fortemente processi che nei secoli passati avvenivano molto lentamente, mentre è sotto i nostri occhi che l’alternanza di eventi estremi di caldo e freddo avvengono in pochi decenni. Parole molto nette anche riguardo alla responsabilità di alcuni Paesi, quelli del Sud del mondo, che secondo alcuni opinionisti creerebbero un sovraffollamento del pianeta, mentre il vero nodo è o sfruttamento delle risorse, che è causato dai Paesi più ricchi ed industrializzati. Il maggior freno alla coscienza collettiva viene da letture distorte e parziali, da prospettive ideologiche che rischiano di portarci alla stasi o addirittura all’ineluttabile, ed il Papa ci aiuta a fare chiarezza.
La questione è etica: le capacità ampliate dalla tecnologia che danno «a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico” (LD 23), sono mascherate dal marketing e dal miraggio di uno sviluppo che paradossalmente non guarda al futuro delle giovani generazioni, ma le illude tralasciando di informarle sule conseguenze di scelte che renderanno la terra “una regione desolata, meno abitabile, senza vita e senza la gioia della convivenza e della speranza;” (LD 29). La questione è politica: il Papa non si limita a sollecitare scelte personali, ma invita ad accordi multilaterali nel quale siano coinvolti tutti i Paesi, come già aveva sollecitato nella Fratelli tutti, e in cui c’è spazio, secondo uno stile di sussidiarietà, anche alla società civile, come dimostra l’accordo di Ottawa sulle mine anti-uomo (cf LD 37). Questi accordi possono essere il frutto più efficace delle conferenze sul clima, molte volte rivelatesi inefficaci, e che nell’appuntamento di Dubai COP28 si troveranno davanti ad un bivio decisivo per il futuro. La questione è spirituale, perché richiedere conversione nella nostra visione di fede in cui la cura del creato e del prossimo camminano di pari passo e la conversione degli stili di vita dà un forte contributo al cambio culturale. Con franchezza Papa Francesco però afferma: “Comunque, non posso negare che è necessario essere sinceri e riconoscere che le soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali, ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e internazionale”(LD 69).
La Settimana sociale di Taranto ha contribuito a coltivare e far crescere questa cultura della sostenibilità tra i cattolici italiani e nella società civile, ma ci rendiamo conto che la nostra buona volontà e la ricca progettualità che era pronta a decollare, non ha trovato ancora un interesse forte della politica, che ci fa ancora attendere per la pubblicazione dei decreti attuativi delle comunità energetiche. Si sta ritardando un processo che ci sta molto a cuore! Attendiamo questi provvedimenti e speriamo che l’Esortazione del Papa sia un’ulteriore sollecitazione alle coscienze dei nostri governanti, a tutti i livelli. L’Esortazione Laudate Deum arricchisce il nostro percorso verso la Settimana di Trieste, perché pone il tema del poter fare, poter essere, poter cambiare, come assunzione di responsabilità nella politica capace di dare ascolto ad istanze così urgenti per il bene comune del presente e del futuro.